La notte dei pensieri  

Ieri notte non riuscivo proprio ad addormentarmi, e si che avevo nel lettone con me Andrea che come dico sempre è mille volte meglio di qualsiasi antidepressivo, lo abbracci, respiri a fondo il suo profumo e niente e nessuno ti può più turbare.
Ma stanotte i pensieri si accavallavano gli uni altri, il rapporto con i miei genitori, io come genitore, il futuro trasloco, io come partner, insomma un mini "tirare le somme". Nello svolazzare di pensieri mi è tornato alla mente un periodo buio, molto buio della mia vita, del quale non parlo mai, non per me ma perché alla gente da fastidio. No, nessuno l'ha mai detto, ma lo leggo negli occhi delle persone, nell'espressione spaventata. Il buio dell'anima fa paura perché non è inquadrabile, perché chi non l'ha vissuta pensa che la depressione sia peggio della lebbra.
Invece per me è stato come un passaggio obbligato per poter essere me stessa, ero una persona diversa da quel che sono nel mio intimo, ero come gli altri mi volevano, pur di farmi amare, pur di avere un briciolo d'affetto mi soffocavo. Alla fine sono esplosa, o meglio gli attacchi di panico associati alla depressione e ad un inizio di anoressia(bel quadretto vero?) mi hanno costretta a fermarmi, a domandarmi chi volessi essere sul serio. Se, la ragazza che era "amata" da tutti o la ragazza che era amata per quel che era e non da tutti ma da quelli che erano più veri. E' stata dura, è stato difficile vedere le persone che si allontanavano, che non capivano, che mi guardavano con sospetto misto pena additandomi nel loro intimo come"folle", che mi dicevano "ma no sbagli non sei più tu!". E' stata una metamorfosi lunga e dolorosa al motto di "potiamo i rami secchi!".
E' ancora difficile, perché togliersi di dosso la corazza per non sentire il dolore della vita vera, per vedersi per quel che si e accettarsi è sul serio un lavoro che credo mi porterò incompiuto nella tomba. Da quando è nato Andrea però è diventato tutto più facile, ho un motivo in più per lavorare su me stessa, lui si merita un esempio, che per quanto imperfetto, sia autentico e forte.
Mi auguro solo di riuscire a dare l'amore "giusto" ad Andrea, di riuscire a crescerlo sicuro di se stesso, mi auguro che non debba mai sentire il peso di dover mendicare amore, mi auguro di dargli le fondamenta giuste per sopportare i terremoti che la vita gli preserva.



2 commenti

si, l'universo parallelo di chi si dice-convince di essere "sano" svicola dallo sguardo acuto e dolente di chi ha sperimentato il male di vivere. eppure sono convinta che il disagio è di tutti, puoi censurarlo, rimuoverlo, salterà fuori sotto chissa che forma, ma salterà fuori, magari nella tendenza a fare del male agli altri, invece che a se stessi.e,invece, mi rasserena l'idea della consapevolezza e della ricchezza di quelli che hanno toccato la propria sofferenza, chiamandola per nome,senza finzioni. persone vere, umili, costruttive, mai maschere.

Ciao Adrenalina, gironzolando sul blog di Viviana sono arrivata a curiosare il tuo. Questo post è molto bello, parole che toccano l'animo.
Riconosco in pieno la sensazione di dormire con il proprio figlio, è terapeutico nei momenti di tristezza e tremendamente bello... Sarà che anche il mio cucciolo si chiama Andrea?
Ciao giulia

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